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Autoreferenzialità

TROPPA AUTOREFERENZIALITÀ FA MALE ALLA NOSTRA IMMAGINE SUL WEB

Autoreferenzialità Scegliere tra l’autoreferenzialità e un sano marketing

Riprendiamo da dove abbiamo lasciato con una breve sintesi dei primi step il primo step e del secondo step:

(1) Scegliere tra interruption marketing e permission marketing e programmare la strategia dell’ascolto. Tutti ne parliamo ma pochi di noi hanno realmente compreso cosa significhi Ascoltare, dal mio punto di vista, significa calarsi nei panni del nostro amico, nei suoi pensieri e nelle sue scelte, e sviluppare la sensibilità ai suoi gusti e alle sue opinioni.

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(2) Il secondo step scegliere la comunicazione efficace. Un concetto e una parola sovra usata ma talmente tanto importante che la maggior parte di noi corre ancora il rischio di guardare alla pagliuzza nell’occhio dell’altro senza guardare la trave nel proprio occhio. Investiamo tempo a giudicare e ci adoperiamo poco a valutare i feedback, che gli altri ci inviamo continuamente i nostri risultati e ad attualizzare i nostri sogni.

(3) Il terzo step è scegliere tra l’autoreferenzialità e un sano marketing inclusivo.

Sul web tutto è tracciabile, e non solo quello che scriviamo.

Avete mai provato a vedere le foto dei profili dei vostri amici? Sicuramente sì. E se vi chiedessi perché, cosa rispondereste?

La maggior parte di noi ci si sofferma per curiosità quando qualcuno ci chiede l’amicizia, altri per informarsi sulla vita privata e di relazione, altri ancora per soddisfare quella sana curiosità verso un amico o una amica.

A questo punto un’altra domanda mi sorge spontanea: quando e se vedete tra le foto di un profilo un “outfit esclusivo” di innumerevoli foto e immagini da copertina che feedback leggete?

Non ci sono dubbi: o si tratta di una malattia genetica o di un virus o un desiderio di candidatura per l’immagine di copertina di una rivista di settore. Se quest’ ultimo è l’argomento si è nel posto giusto al momento giusto, ma se così non è, c’è solo un grande imbarazzo per chi gestisce il proprio profilo in maniera maldestra.

In realtà, a parte gli scherzi, ricordiamo sempre di cosa si nutre il marketing e ancor di più di cosa si nutre il web

Chi di voi lo ricorda?

Riprendiamo le regole.

1. Il web si nutre di relazioni, di consensi dati, di risorse gratuite, di esperienza e di conoscenza.

Come si creano relazioni?

2. Regalando tutto ciò fa parte della nostra esperienza e del nostro sapere e anche un pizzico di vita privata ed emozioni.

Come si danno consensi?

3. Regalando condivisioni e “like”.

Come si condividono risorse gratuite?

4. Mettendo a disposizione di tutti strategie per il business.

E l’esperienza e la conoscenza?

5. Condividendo tutta la nostra esperienza di vita e mettendola a disposizione di chi percorre la nostra stessa strada.

Mi spiego meglio con un esempio.

Per avere creare empatia sul web sono necessarie tante strategie ma prima di tutto due cose fondamentali:

1.conoscere ed interpretare i gusti della propria tribù, cioè cosa si aspettano da noi i nostri amici, le nostre amiche e i nostri fan;

2. conoscere ed intercettare il nostro target e non lasciare nulla al caso.

Infine ricordare che i nostri profili social non sono copertine da outfit, sono punti di incontro dove ogni tanto una bella foto ci sta bene insieme a qualche citazione qua e là, ma ribadisco ogni tanto.

L’autoreferenzialità fa male al web, meglio un sano marketing oltre a impegno e duro lavoro, studio, approfondimenti, valore e risorse gratuite. Date il più possibile. Il popolo dei social è affamato di sapere. Elargite informazioni preziose e consigli utili.

Abbondate. E’ l’unico posto al mondo dove più date più prenderete

A tutti voi amici buon marketing e buona vita e a presto per il quarto step.


Source: Tiziana Iozzi Trainer