Ora formazione e coaching sono tutta un’altra storia
È del mese scorso la partecipazione a una diretta live della radio locale Delta Plain
Due spunti interessanti sia in termini di riflessione che in termini di realtà propedeutiche a quello che sarà: parola d’ordine cogliere le opportunità.
Cosa accade quando la situazione che sfugge al nostro controllo?
Sono solo 2 le modalità davanti alla domanda: che faccio?
Se scelgo la proattività: in che modo?
Mi proietto verso modelli innovativi, cambio, trasformo il modo di lavorare, di fare formazione, di fare coaching, di fare commercio e il modo di fare turismo?
Arrivano alcune soluzioni, e arrivano in maniera fisiologica, quasi naturale.
Provo a spiegarlo nella intervista:
Qualche giorno fa parlando con la presidente di ConfCommercio Chieti, lei mi ha detto: “Perché non mi fai un esempio concreto di come potrebbe cambiare il commercio?”
Faccio una premessa: mi occupo di comunicazione da 28 anni e collaboro con una delle più importanti web agency di Pescara avendo fatto i piani editoriali un mese prima – così come da prassi – che cosa è accaduto?
Ci siamo dovute fermare, abbiamo buttato il lavoro di un mese di una squadra e abbiamo detto: “Cosa possiamo fare? Come possiamo procedere se tutti hanno abbassato le saracinesche?”.
Intanto le telefonate dei commercianti: “Non mettere la call to action ‘vieni in negozio”.
Va bene!
“Non mettere la promozione!
“Va bene! E allora cosa inseriamo? Abbiamo chiamato loro in causa.
E sono diventati loro i protagonisti della loro storia.
Loro hanno portato le soluzioni “da postare” e “da comunicare” ai loro clienti.
La persona che aveva ordinato tante uova di Pasqua, ad esempio, ha creato una call: “Non lasciare il bambino senza uova. Te le porto a casa!”.
Chiamo in campo un nuovo paradigma
Una modalità di trasporto – la consegna a casa – diventa la soluzione per cui ecco che il delivery diventa delivery un po’ in tutti i settori.
Anche un quarantesimo o un cinquantesimo, un anniversario può essere una soluzione.
La persona chiama in negozio o scrive sulla pagina Facebook, e dice: “io per il 40°mo o 50°mo di mia moglie, di mio marito, di mia suocera, voglio far recapitare comunque un regalo.”
Se avessi le soluzioni, quanto sarebbe bello?
Da 28 anni mi occupo di formazione e da 17 anni di coaching e mi trovo a vivere con donne, in modo particolare, che seguo da tanti anni; persone che si sono paralizzate, comportamenti che hanno visto l’immobilità, il piangersi addosso.
Altre persone, invece che si sono trovate a dire: “cosa posso fare per trasformare la mia vita? Posso trarre vantaggio da questo periodo e fare la formazione che ho sempre desiderato, acquisire le conoscenze e le competenze che ho sempre rincorso?”
Penso che in alcuni settori, ed in alcuni casi, questo momento, questo tunnel, sia diventato un acceleratore di processi che dice “uscite dalla vostra zona confort, andate fuori dalle modalità adottate fino ad adesso”
Anche il piccolo paesino creerà e adotterà nuove modalità, nuovi paradigmi e persino la cultura del delivery e del delivery food sarà la cultura della novità.
Condivido un altro aneddoto. Da 28 anni mi occupo di formazione e sono vicina alle varie ConfCommercio, Camere di Commercio e Federazioni e Associazioni di categoria d’Italia. Da diversi mesi avvertivo la stanchezza di viaggiare, di essere sempre fuori e quindi mi sono dotata di una piattaforma per fare webinar e meeting online. Quando a novembre ho programmato i miei webinar mi sono chiesta: “ma quanto tempo posso togliere di tempo alle persone che tornano a casa stanche? Quando lo posso fare? Il sabato? La domenica? Non so! Mi sono fatta tante domande e pensavo di fare qualcosa di nuovo.
Oggi mi trovo che ci sono 24 webinar al giorno 24 ore su 24! Non ho fatto niente di nuovo. Pensavo di essere una visionaria ma, vi garantisco, che anche questi webinar mirati, fatti per i settori specifici, quali ad esempio Terziario Donna, federazioni di categoria che vogliono scoprire ed esplorare nuove modalità di comunicazione e di business, oggi si chiedono se siano intrappolate nella rete oppure se la rete può offrire delle opportunità.
Molti hanno ancora “delle resistenze” perché non sono millenials. Non essere millenials ci dà un freno e quel freno è di credenze limitanti. Perché l’essere umano, secondo me, può veramente trarre vantaggio, anche dal poco.
Di sicuro, se cambiamo paradigma, se cambiamo modalità di vivere, avremo tutti grandi vantaggi.
Riporto un altro esempio: vi sono dei gruppi, delle comunità, che nascono online e dove riescono ad atterrare 500 persone. Loro pensano che avere questi numeri sia un dato di successo.
Ma è quando queste 500 persone si mettono insieme, creano progetti, convertono il loro tempo, quando il loro essere online diventa rete e relazioni, solo allora sì che ci saranno modalità diverse di fare rete. Ma se una vetrina rimarrà una vetrina, quando finirà questo momento sarà solo un ricordo. Allora perché non creiamo prodotti attorno a queste vetrine e facciamo rete? Penso che la forza della rete, sia in questo momento un trampolino di lancio.
A quel punto il commercio, il turismo, la formazione, il marketing e i servizi connessi possono creare una solidarietà condivisa e camminare insieme per portare avanti progetti diversi ed adeguarsi a quello che è ora, perché il futuro è già ora e quello che sarà non lo sappiamo.
Mi chiedete quali soluzioni propongo?
Rispondo con una storia zen
Se avessi le soluzioni sarebbe bello e sarei una vip, e probabilmente avrei la soluzione dell’economia nazionale e non sarei qui a parlarne 😊 ma provo a dare la mia interpretazione con un racconto Zen:
“2 monasteri mandano tutte le mattine a fare la spesa 2 dei loro migliori ragazzini. Un ragazzino chiede all’altro: “dove vai stamattina?” “stamattina sto andando dove mi portano i miei piedi!” il bambino torna al monastero e lo dice al monaco. Il monaco suggerisce di rispondere così: “e se non avessi i piedi dove andresti?” ecco che arriva la metafora.
Il giorno dopo il ragazzino dice all’altro: “e se non avessi i piedi dove andresti? “
E l’altro pronto: “Dove mi porta il vento!”
Il ragazzino deluso e ancora una volta sconfitto, torna al monastero e riferisce quello che gli era stato detto.
Il monaco, quindi suggerisce di dire: “E dove ti porta il vento se tu non avessi i piedi?”
Prima di concludere la storia zen un pensiero:
Dalla storia viene fuori come le situazioni che sfuggono al nostro controllo rispondono senza una strategia, più o meno come ha fatto il Covid19 e dice… semplicemente
”Vado al mercato a comprare le verdure!”
Forse la soluzione è sotto il nostro naso e noi non la vediamo?
E se è così, abbiamo bisogno di un momento per fermarci e ricordarci cosa possiamo fare. Farci domande: perché questa situazione non è affatto sotto il nostro controllo. E quindi se ne veniamo fuori come persone migliori, come professionisti migliori, come commercianti migliori, come operatori turistici migliori, evidentemente siamo chiamati ad uscire fuori dal nostro ipnotico quotidiano. Ed è lì che ci sarà la differenza. I webinar per me sono diventati uno strumento di lavoro, sono diventati aule virtuali.
E cosa è accaduto?
Pensavo e speravo che i fondi interprofessionali con i quali lavoro si adeguassero, ma immaginavo tempi biblici. E infatti si sono adeguati dopo 40 giorni.
Intanto le aziende hanno messo in CIG i dipendenti. Per fortuna hanno dato alcune linee guida per consentire la formazione in CIG, ma la mia domanda è sempre la stessa
Come si può pensare ad innovare, se è tutto così in frenata?
Io vedo che in questi giorni si fa tanta formazione.
Premetto la formazione all’adulto l’andragogia non risulta sempre vincente perché l’adulto ha delle resistenze verso l’accogliere la formazione.
Ma tornando alla domanda:
“In che modo io posso approcciare un’aula di professionisti, di imprenditori? Io non ho nulla da insegnare ma un’esperienza da portare, che è quella che ho raccontato nel libro Benessere Donna 300% con il metodo 3E: triplica il tuo potere personale, laddove il potere diventa poter fare con efficacia, efficienza ed energia.
Efficacia è portare risultati, efficienza è mantenerli nel tempo, energia è quella che viene fuori quando questi risultati, non solo li hai riportati ma li hai mantenuti nel tempo. Come? Con la capacità e l’abilità di trovare sempre soluzioni.
Noi donne parliamo 4 volte più degli uomini. Quando rientriamo a casa o rientra il marito noi diciamo: “Ma perché non parli? E dai su, racconta!”
Perché noi abbiamo 4 punti fonematici rispetto agli uomini. Gli uomini ne hanno 1. Parlano ¼ rispetto a noi. Nel parlare, se sappiamo ascoltarci, riusciamo anche a farci domande e trovare soluzioni immediate. Perché se non è A c’è il piano B, se non è B c’è il piano C.
Si attiva il pensiero laterale perché è il genere femminile che ci porta a questo, e questo lo vedo e lo vivo sempre nella formazione e nel coaching.
Nei momenti di condivisione di coaching – nel mio studio a Pescara in Corso Manthonè, 62 – mi rendo conto sempre più di quanto il genere femminile sia tanto diverso da quello maschile, ma nello stesso tempo di quanto sia importante la loro integrazione.
“Come si possono integrare il genere femminile e quello maschile in un’ottica di soluzioni?
Gli uomini, con il loro essere pragmatici, rappresentano l’altra metà della mela, e personalmente lo trovo molto bello perché mentre noi ci stiamo facendo le domande loro hanno trovato già soluzioni.
La differenza, però, è che le donne avendo 4 soluzioni hanno numericamente più probabilità che la situazione si risolva. 😊
Domanda) “Tiziana, stai parlando di piani A, piani B, piani C. Cerchiamo di chiarire un attimo e di dare una mano alla categoria dei commercianti, per esempio. Come si devono muovere con questi piani rendendoli, diciamo, un po’ più realistici? Che cosa devono mettere in cantiere, dato che la situazione è ancora tutta in divenire? Ci sono tutte le incognite che si muovono. In che modo creare questi piani alternativi, in modo che se succede qualcosa di nuovo in un contesto portando tutto in un’altra direzione, si trova un’altra strada da percorrere?”
Risposta) “Questo in qualche modo lo abbiamo già anticipato. E cioè, spostare il focus dall’essere stanziale al delivery e quindi inventarsi qualcosa di diverso. Proprio l’altro giorno vedevo su FB che c’è un’apetta che fa consegne food, che aveva il nome “porto la colazione a casa”. Solo quello. La colazione a casa!
Quella è una coccola, è un portare il bar fuori, è un essere quindi la soluzione specifica. Non c’è un bugiardino come per le medicine, ma c’è sicuramente il modo per portare ciascuno di noi verso delle scelte, verso delle proiezioni diverse da quelle che abbiamo avuto fino ad oggi.
Ci saremmo mai aspettati di stare dietro una webcam con microfono professionale perché siamo online h24 a creare delle master class di formazione?
Quindi è cambiato il paradigma! I commercianti possono fare queste scelte, possono portare il regalo a casa, per esempio. Mi viene in mente anche il noleggio dell’apetta che il lunedì consegna le borse, il martedì i profumi, il mercoledì i libri, un giorno food e un giorno no food. Io ho bisogno di diverse cosine a casa. E sto aspettando perché per me il negozio di vicinato, il territorio, rappresentano il focus principale sul quale orientare la nostra, la mia economia, perché voglio contribuire nel mio piccolo all’economia del territorio.
Perché i “marketplace online” stanno lavorando venti volte di più di prima?
Perché la loro vendita è “direttamente a casa tua”.
La formula è easy, è smart. È questo il motivo per cui mi sono chiesta “Come posso io portare la formazione direttamente a casa tua? Me lo sono chiesta mesi fa e ho acquistato una piattaforma che mi ha permesso di andare in smartworking e in home working”.
Morale:
Se non contribuiamo, non cambiamo o integriamo nuovi schemi che facciamo?
Ci impoveriamo e se non scegliamo l’economia del territorio impoveriremo ancora di più i nostri piccoli, il nostro commercio del territorio.
Dobbiamo rimanere ancorati al territorio per aiutare tutti perché se l’economia gira e mettiamo in circolo questo poco allora piano piano ritorneremo ad essere e ad esistere. Ecco perché parlavo di solidarietà, parlavo di comunicazione che da promozionale diventa comunicazionale.
Cominciamo tutti a metterci la faccia, a fare domande, a mettersi all’ascolto dell’altro e dire: “di cosa hai bisogno?”
Sarà l’altro che mi darà soluzioni e quello sarà il bisogno che andrò a soddisfare.
Sarà vincente la formula di ciascuno con modalità diverse che creano quell’engagement che non è soltanto io soddisfo un bisogno, ma è quell’engagement che dice creiamo relazioni. Ecco che se non ho fatto il negozio online, nel senso che non ho una pagina FB, non ho una vetrina online, che cosa posso fare? Potrei per esempio impiegare questo tempo per crearmi una Brand Reputation, crearmi un piano editoriale, prepararmi, esistere e farmi percepire come autorevole nel mio settore specifico.
Nel mio settore, come formatrice, è bellissimo lavorare in questo periodo perché c’è il collegamento dalle 8:30 alle 9:30 prima che si alzano i bambini e quindi creiamo i piani editoriali. Accade che a volte l’imprenditrice desidera proseguire da sola, quindi si crea la doppia opzione: ti seguo come web Agency oppure scegli la formazione e lavoriamo proprio sul caso?
Quindi diventa una modalità, una opportunità, un nuovo paradigma e tanto altro.
Chiedere aiuto al vicino, chiedere aiuto nel senso di creare il succedaneo e il complementare piuttosto che farsi concorrenza e guardare l’altro in cagnesco.
Questo sarebbe un risultato fantastico.
È un risultato fantastico dare, donare, condividere e così è proprio quello che sta succedendo nella rete che non smette mai di stupirci.
Per esempio, un modo nuovo di imparare l’Inglese? Fai un giro online e trovi che una scuola di Bologna di Inglese Intuition ha creato sui social un modo divertentissimo per farci ricordare i significati e farci riconoscere le differenze di significato.
Per esempio, gli Stati Generali delle Donne ogni giorno dall’11 marzo creano appuntamenti tematici per sostenere progetti, per stare vicino alle donne, sostenerne le idee e condividere formazione con una task force.
E poi, tantissime le attività che si sono trasformate in delivery, che hanno cambiato le loro modalità di lavoro. Probabilmente per il food è stato più semplice consegnare il pane e le pizze a casa.
E lo stesso è accaduto ai regali consegnati a casa per le varie ricorrenze, feste e i compleanni.
E così potrei continuare all’infinito.
Ma termino con una riflessione: “oggi più che mai siamo chiamati a un altro paradigma, cosa possiamo fare e come possiamo accoglierlo?”