Come cambiarono le nostre abitudini ai tempi del coronavirus
“Questo lo racconterò ai miei nipoti, sì perché è storia”….
Poi i nipoti arrivano davvero, e un bel giorno arriva la fatidica domanda: “Nonna, raccontami il 2020. Che cosa è successo quell’anno?”.
E cosa puoi fare davanti a quella domanda? Rispondere con una storia e racconti la verità, la verità di una nazione chiamata Italia che si destò dal torpore per ripartire più bella e più grande di prima!
“Sì nonna, ma cosa accadde?”
E la nonna cominciò:
“Era il 2020, venti anni fa. La vita scorreva tranquilla, come sempre: lavoro, casa, amici, divertimento, imprevisti; insomma, nulla di particolare. La gente non aveva il tempo per una telefonata, si comportava in maniera egoista e superficiale trovava le scuse perché non sapeva gestire i rapporti e le amicizie. C’erano solo echi lontani da un paese della Cina, Wuhan, dove le persone erano chiuse in casa senza poter uscire perché fuori c’era un nemico invisibile che uccideva: il Coronavirus o Covid-19. All’improvviso quell’eco divenne forte e chiaro in Italia, nel giro di qualche giorno la Lombardia e il Veneto erano “zone rosse” e divennero proprio come a Wuhan, non si poteva uscire né entrare. Quella fu solo la punta dell’iceberg nipote mio: l’Italia, nel giro di qualche settimana fu chiusa quasi completamente: tutti a casa, uscite ridotte all’essenziale, trasporti quasi fermi, niente sport ed economia in ginocchio. Momenti duri… Ma non fu così solo per noi… l’Europa e il mondo furono invase da questo Coronavirus che ha strappato affetti cari a migliaia di persone. Non fu più un’epidemia ma una vera e proprio pandemia che investì l’intero globo. Che strana primavera quella del 2020… strade deserte, file ai supermercati distanti e con le mascherine, ospedali pieni di persone che soffrivano costretti a stare lontani da parenti e amici, soli e spaventati. Durò alcune settimane…. fu dura, ci fu l’impegno delle persone più consapevoli e ci furono anche i furbetti e tanta paura!”.
Alla nonna uscì qualche lacrima…
“Nessuno poteva fare nulla per fare andare via questo virus?” chiese il nipote.
E lì la nonna riprese vigore e forza:
“Sì nipote mio. L’Italia intera fece qualcosa di grande: le persone riscoprirono il valore dell’aiutarsi a vicenda. Una corsa all’aiuto, al sostegno di chi era in difficoltà che non avevo mai visto. Un paese unito di fronte a coloro che furono i veri artefici della nostra vittoria: medici, infermieri, volontari e forze dell’ordine. Un esercito del bene che, giorno dopo giorno, tirarono fuori il sorriso anche a chi lo aveva perso, a chi si sentiva perso. L’Italia bella, quella vera che tira fuori le unghie e i denti quando c’è da combattere. Non scordare mai di essere italiano nipote, amore mio”.
“Ma non c’era l’Europa? Gli altri stati non aiutarono il mio paese?”
“Chi fa da sé fa per tre…ricordalo bambino mio! Sì che c’era l’Europa, ma qualcuno pensava solo al proprio orticello… Quindi, l’Italia decise di fare da sola, di corciarsi le maniche, e mettersi sotto per salvare la nazione. E tu già sai che quando un italiano dice che fa una cosa, la fa sicuro e nel miglior modo possibile. Come? Uno per tutti e tutti per uno. Il governo fece scelte dure ma importanti per il paese, e non facile gestire una situazione nuova, inattesa e senza avere punti di appoggio se non dati, numeri e tanta speranza”.
E la nonna rispose …
“Se tra 10 anni capita la stessa cosa, non ci diranno di stare a casa perché ci stiamo già oggi con tutto a portata di click da uno smartphone” disse il nipote.
“Quello che siete ora, è frutto anche di quella storia. Sai perché? Perché nonostante il blocco quasi totale di una nazione, qualcuno doveva continuare a lavorare e così tante aziende attivarono lo smart working. Esatto, il lavoro che i tuoi genitori fanno oggi da casa, si sviluppa proprio 20 anni fa! E ti dico di più: in fin dei conti per tanti, stare a casa non fu proprio controproducente. In tanti (ri)scoprirono le potenzialità dei social, qualcuno capi che quel lavoro lo rendeva triste, altri che era tempo di fare il salto nel web , altri ancora studiarono per essere pronti a ripartire. Insomma, fu un fermento di idee, progetti, novità che al risveglio da questo torpore tutto fu diverso. Tu oggi studi da casa… ecco, con le scuole chiuse tanti istituti si sono dovuti attrezzare per continuare le lezioni a distanza. Come vedi, da una crisi nasce sempre un’opportunità”.
“Non lo sapevo nonna!!!
Quindi anche tu hai usato Skype e Zoom?”
“Anche! Ma per lo più ho utilizzato piattaforme dedicate e professionali che mi consentivano di fare call conference e meeting online. Anzi, ti dico di più: ero stanco di ricevere di continuo mail, messaggi su Whatsapp, su Messenger, di persone che mi chiedevano come fare questo, come sistemare quello. Un giorno mi sono seduta davanti al pc e ho fatto formazione a non finire finchè non sono riuscita da sola a organizzare il mio primo webinar gratuito online! Finalmente potevo rispondere a tutti contemporaneamente! È stata la mia luce e il mio lavoro e lo è ancora! La quarantena ha dato una scossa al mio lavoro, l’e Coaching è stata una frontiera che ho iniziato nel momento giusto e ne sto avendo ancora i frutti! Vedi caro nipote, da quel momento la formazione non fu più la stessa: stare online significò ancora di più mettersi al servizio degli altri, aiutare chi non aveva i mezzi, far sentire vicine persone distanti e magari dare loro qualche consiglio su come uscire a testa alta da questa crisi”.
“Alla fine però nonna tanti hanno trovato un lato positivo”.
“Sì, sì. Ho visto tante persone ricredersi sul web, pronte a scoprire questa rete che li metteva in contatto con un genitore in ospedale, un figlio solo nella città dove studiava. Ho visto tante persone chiedermi: ‘Ma cos’è un hashtag?’; voglia e desiderio di rischiare, di conoscere, di non rimanere nell’ombra come avevano fatto fino a quel momento. Siamo stati e siamo ancora così orgogliosi di essere italiani, furono anni di grande intensità emotiva e riscoprimmo di essere un grande popolo, fortunato… perché vivevamo nel paese più bello del mondo! Collaboravo come copy e content per una agenzia di Pescara di comunicazione e di strategie di marketing YES-WEB”.
Grazie nonna, che bella storia! Domani me la racconti di nuovo?
Essere italiani oggi è il nostro grande privilegio.
Ci voleva il Coronavirus per farcelo capire? Forse sì.
Ci voleva la quarantena per renderci migliori? Forse sì.
Ci voleva lo stare soli per capire che da soli non si va da nessuna parte? Forse sì.
Siamo italiani, fieri e orgogliosi di abitare in una nazione così!
Siamo italiani e sappiamo creare progetti grandiosi
Da sempre la nonna impegnata con le donne a favore di progetti e di grandi “opere” che ci hanno rese unite e forti e partecipava agli Stati generali delle donne e se vuoi potrai trovare online le interviste e i contributi della nonna alla associazione
Un periodo pieno pieno di progetti di alleanza di sorellanza.
La nonna collaborò con il Terziario Donna di ConfCommercio Chieti a un progetto per le donne in rete.
E ancora sempre instancabile con la Fidapa sezione Pescara con progetti di sorellanza.
E oggi continua a lavorare con gioia, entusiasmo nella comunicazione, nel coaching e nella formazione online.
Scrivimi a info@tizianaiozzi.it: la risposta per il tuo coaching personalizzato!